La stanza dei libri by Giampiero Mughini

La stanza dei libri by Giampiero Mughini

autore:Giampiero Mughini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2016-01-24T05:00:00+00:00


QUALCHE LIBRO BELLISSIMO E INUSUETO

A fine 2014, quando uscì il catalogo Pontremoli dov’era messa in vendita la mia collezione di libri futuristi, rimasi deluso. Mi ero immaginato che qualcuno lo avrebbe scritto che il catalogo di una collezione di libri è un documento culturale importante; che rendere palpitante e dare luce a un determinato frammento di storia culturale ed editoriale vale cento volte un corso universitario. Scusate l’immodestia, ma se uno vuole capire che cos’è stato il futurismo italiano e i suoi folli protagonisti e la loro bizzarria e la loro genialità e le loro ambivalenze politiche, e come e dove vennero alla luce quei loro libri e quelle loro opere, e quel che si inventarono primissimi in Europa in fatto di grafica e di tipografia, che c’è di meglio di quel catalogo che per me è come un colpo d’ascia che mi abbia portato via un braccio? Andò diversamente. In tutto e per tutto, un giornalista della Stampa mi telefonò a chiedermi qualcosuccia. In compenso due o tre amici che avevano preso il catalogo, mi dissero che lo avevano apprezzato molto. Due o tre followers.

Purtroppo in fatto di collezionismo di libri rari, e a giudicare dallo spazio (nullo) che gli dedicano i giornali seppure colti, noi italiani siamo un Paese di analfabeti. E voglio dire analfabeti di andata, non di ritorno. Dopo la chiusura di Wuz, non esiste più in Italia una rivista che abbia a cuore l’argomento, che racconti il collezionismo di libri come un comparto vitale dell’eredità culturale e della sua sopravvivenza. Ha ammainato bandiera la casa editrice Biblohaus di Macerata, che ne aveva pubblicati tanti di bei libri dedicati al collezionismo di libri rari. Se entrate in casa di quello che usiamo chiamare un intellettuale, vi capiterà nemmeno una volta su dieci di trovare un angolo della sua biblioteca dedicato alle prime edizioni, ai libri che sono più libri di tutti gli altri perché incarnano la veste grafica e il momento in cui quel libro e il suo autore irruppero nel mondo e lo sfidarono. (A me accadde quarant’anni fa, la volta che entrai nella casa romana del poeta Leonardo Sinisgalli. In quel suo salone dove i quadri italiani del Novecento traboccavano da ogni parte, c’era una vetrinetta colma di libri importanti.)

Prime edizioni? Prendete uno dei vostri amici che pure legge e ama i libri, e chiedetegli se sa distinguere tra un esemplare degli Ossi di seppia di Eugenio Montale nella prima edizione Gobetti del 1925, e l’esemplare di una collana economica dove il libro di Montale è apparso dieci o vent’anni fa, l’esemplare che magari lui ha in mano. Dubito che quella distinzione l’abbia mai fatta.

Non che in Italia non ci siano splendide biblioteche private e raffinati collezionisti. Superba e onnivalente era la biblioteca di Federico Zeri, nella sua casa-museo alle porte di Roma. Qualsiasi argomento o autore toccavi, lui lo suonava. Una volta il giornale in cui lavoravo mi mandò da lui a chiedergli come e perché il Calendario Pirelli fosse divenuto il gran feticcio che è.



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